Meta ha deciso di istituire un servizio a pagamento, che permetta agli utenti che lo sottoscriveranno di utilizzare i social network di sua proprietà, senza che i loro dati personali siano trattati a fini di profilazione. Chi deciderà di non abbonarsi, continuerà ad essere profilato secondo le logiche seguite fino ad ora.
Pur promettendomi/vi di approfondire questo tema (che mi interessa particolarmente), vorrei condividere qualche impressione “a caldo”.
Dal mio punto di vista, in termini astratti, una decisione del genere potrebbe essere compliant con la normativa Europea posta a protezione dei dati personali a condizione che: 1) il trattamento di marketing/profilazione sia ab origine sostenuto da un’idonea base giuridica e 2) il prezzo richiesto per non essere profilati sia proporzionato.
Nel caso specifico, ritengo che – perlomeno ad oggi – nessuno dei due requisiti sia pienamente rispettato da Meta.
Innanzitutto, nonostante le sanzioni miliardarie di cui è già stata destinataria in UE per questa ragione, Meta – per ora – persiste nell’utilizzare una base giuridica ritenuta inidonea in relazione ai trattamenti di dati personali svolti a fini di profilazione. Ciò ha costretto il Comitato dei Garanti Europei (EDPB) ad adottare una decisione vincolante ed urgente che incarica l’Autorità per la protezione dei dati personali irlandese (in qualità di Autorità capofila) di adottare (entro due settimane), misure definitive nei confronti di Meta e di imporre un divieto di trattamento dei dati personali per la pubblicità comportamentale sulle basi giuridiche del contratto e del legittimo interesse in tutto il SEE. Implicitamente, qui si pare riconoscere che la base giuridica idonea per questo tipo di trattamenti sia il consenso. Ma attenzione, non ogni consenso, solamente quello espresso tramite un comportamento attivo dell’utente, che sia libero, informato ed inequivocabile.
Anche se certamente non la sola, una delle variabili che maggiormente determina la libertà del consenso è il prezzo collegato alla scelta di non essere profilati. Riconosco la necessità che questo debba essere determinato (anche) secondo logiche di mercato; tuttavia, è essenziale che sia attentamente calibrato. Infatti, mentre un prezzo meramente simbolico potrebbe portare l’utente a sottostimare la pervasività dei trattamenti di profilazione, uno prezzo troppo elevato farebbe venire meno la possibilità di scelta degli utenti. L’abbonamento che Meta propone per poter usare i suoi social media dallo smartphone costa poco meno di 160€ all’anno. Personalmente, non mi sembra che questa cifra permetta all’utente medio una scelta reale tra l’essere o il non essere profilato.
Insomma, fino ad ora sono un po’ scettica, ma anche molto curiosa di vedere come questa questione evolverà (sia in relazione all'”affaire Meta” che in generale).